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Moonrise: il progetto italiano

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Moonrise

Il cibo nello spazio e nelle missioni spaziali è sempre stato tra gli argomenti più studiati nel settore. Garantire agli astronauti un’alimentazione adeguata non è sempre facile, così come non lo è trasportare tutti i viveri dalla Terra alla Stazione Spaziale o, in futuro, alle basi lunari o marziane. L’opzione migliore sarebbe coltivare il cibo direttamente in loco, ma anche qui i problemi non sono pochi. Una possibile soluzione arriva proprio da un progetto italiano e prende il nome di Moonrise. Scopriamolo insieme.

Come coltivare nello spazio

Lo abbiamo visto in alcuni film di fantascienza: il metodo migliore per far mangiare gli astronauti impegnati nelle missioni spaziali sulla Luna o su Marte è coltivare il cibo direttamente sul posto.

Ci sono riusciti nel film The Martian, con tanto ingegno e creatività. Ma in realtà coltivare sul suolo arido di Marte non sarebbe così semplice come ci hanno fatto credere. Anche coltivare su una stazione spaziale permanente, come la ISS, non sarebbe affatto semplice. I problemi sono principalmente legati allo spazio necessario a una coltivazione e alla microgravità.

La dimensione delle piante

Uno degli ostacoli principali è la dimensione delle piante. Le piante terrestri sono troppo grandi per essere coltivate nello spazio. Le razze nane, invece, presentano delle difficoltà nella germinazione dei semi, il che le rende meno produttività.

C’è bisogno di una pianta ibrida, delle giuste dimensioni, ma senza difficoltà nella germinazione. La produttività è essenziale, perché esse devono garantire il sostentamento degli astronauti impegnati nelle stazioni spaziali.

Moonrise: mini piante di riso

Per riuscire nell’impresa di creare una pianta in grado di soddisfare tutti i requisiti necessari, hanno unite le forze tutte le principali università italiane.

Moonrise

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I ricercatori dell’Università di Milano stanno lavorando per isolare delle varietà di riso mutanti che raggiungono solamente i 10 cm di altezza. Si tratta di piante minuscole, considerando che il riso, solitamente, raggiunge dimensioni notevoli.

Lo studio di queste piante è un ottimo punto di partenza per trovare una soluzione al problema del sostentamento degli astronauti nello spazio.

Moonrise: piante mutanti

Nel frattempo, alla Sapienza di Roma, i ricercatori hanno identificato dei geni in grado di modificare l’architettura della pianta, per massimizzarne la produzione e l’effiienza di crescita.

Ma modificando l’architettura della pianta si può fare molto di più di quanto è stato fatto finora. Il team di ricercatori della Sapienza, infatti, sta lavorando per arricchire il contenuto proteico del riso, in modo da compensare la mancanza di carne e delle sue proteine della quale soffrono gli astronauti.

A Napoli per simulare la microgravità

Per portare avanti gli esperimenti su Moonrise, i ricercatori si stanno avvalendo dell’esperienza maturata e delle strutture dell’Università Federico II di Napoli, già esperta nel campo delle colture spaziali.

Simuliamo la microgravità sulla Terra ruotando continuamente la pianta in modo che venga tirata uniformemente in tutte le direzioni dalla gravità. È il meglio che possiamo fare sulla Terra perché, sfortunatamente, condurre esperimenti in microgravità reale, ciò nello spazio, è complesso e costoso”, spiegano gli scienziati.

I benefici di Moonrise per gli astronauti

Poter dare agli astronauti impegnati nelle missioni spaziali delle vere colture è un grande aiuto per il loro benessere psicofisico. Gli astronauti potranno avere del cibo fresco con cui migliorare la loro dieta nelle missioni di lunga durata e potranno rilassarsi facendo giardinaggio.

Moonrise

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Ma Moonrise potrebbe rivelarsi molto utile anche sulla Terra. Una pianta così robusta, infatti, potrebbe essere coltivata anche nei luoghi più impervi del pianeta, come l’Artico, l’Antartico o il deserto.

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