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Moda

Collaborazioni tra moda e arte che hanno fatto la storia

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Quando l’eleganza sartoriale incontro alla creatività artistica nascono delle collaborazioni che sono capaci di cambiare il linguaggio estetico e di influenzare intere generazioni. Per questo motivo il legame tra mode e arte è sempre stato particolarmente profondo oltre che affascinante. Oggi facciamo qualche considerazione su queste collaborazioni partendo dai capolavori surrealisti di Elsa Schiaparelli fino ai progetti più contemporanei di Louis Vuitton e Yayoi Kusama. Una storia costellata di incontri che hanno trasformato l’abito in un’opera d’arte e le passerelle in un museo vivente.

Dalle avanguardie al surrealismo: le origini del dialogo tra moda e arte

Vediamo un po’ di storia per capire meglio come moda e arte si influenzino a vicenda da tempo. Le prime vere contaminazioni risalgono agli anni 30, periodo in cui la stilista italiana Elsa Schiaparelli iniziò a collaborar e con Salvador Dalì e Jean Cocteau. Lì nacque una collaborazione capace di dare vita a qualcosa che univa il sogno all’ironia, rompendo gli schemi della cultura tradizionale.

Un esempio famoso è l’abito con l’aragosta disegnata da Dalì o quello con il busto femminile stilizzato di Cocteau. Abiti che restano tra le creazioni più i coniche del novecento e che sono esempi perfetti di come la moda possa diventare un’estensione della pittura e della scultura.

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La prima a voler unire la forza dell’arte con la bellezza della moda è stata Elsa Schiaparelli

In quegli stessi anni poi Paul Poiret inizio a sperimentare un linguaggio visivo ispirato ai colori e alle forme dell’arte moderna. Grazie a lui il mondo della sartoria sta vicino al cubismo e all’espressionismo, dando vita ad un dialogo destinato ad intensificarsi ne decenni successivi, decenni in cui l’abito divenne una tela su cui raccontare emozioni e idee.

Pop Art e rivoluzione visiva: quando l’abito diventa manifesto

Continuando con il nostro racconto storico, negli anni della pop art venne abbattuto il muro tra alta cultura e cultura popolare. Qui Yves San Laurent fu tra i primi a comprendere la forza comunicativa di questo movimento presentando la celebre collezione “Mondrian”.

Gli abiti di questa collezione erano delle reinterpretazioni dei quadri dell’artista olandese Piet Mondrian. Il focus era sulle linee geometriche sui colori primari, utilizzate per trasformare la silhouettes femminile in una composizione astratta. Il risultato fu la nascita di un’icona senza tempo che ispirò successivamente stilisti come Pierre Cardin e Paco Rabanne. Loro guardarono invece all’arte futurista e spaziale cercando di creare degli abiti dal design innovativo, fatti di metallo, plastica e materiali anticonvenzionali.

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La plastica è uno dei materiali che più vengono utilizzati per creare collezioni di moda artistiche

Questo è il momento storico in cui la moda smette di essere soltanto estetica e diventa un linguaggio sperimentale, che è capace di parlare la stessa lingua dell’avanguardia artistica. Dopo moda e arte si sono fuse, tanto che le passerelle sono diventate dei veri e propri musei in movimento.

Dalle passerelle ai musei: arte e moda si fondono

È proprio negli ultimi decenni che il legame tra arte e moda si è consolidato. In virtù della storia che vi abbiamo raccontato, oggi nascono progetti che uniscono le maison di lusso agli artisti di fama internazionale. Operazioni di marketing direte voi. In realtà dietro c’è un concept completamente diverso, ovvero cercare di creare dei simboli pop riconosciuti in tutto il mondo.

Uno degli esempi più famosi è sicuramente Louis Vuitton che sotto la direzione di Mark Jacobs e di Nicolas Ghesquière È riuscito a trasformare le sue collezioni in omaggio all’arte contemporanea. Nel 2003 ad esempio grazie alla collaborazione con Takashi Murakami, il marchio è riuscito a reinventare il celebre monogramma LV in chiave colorata di ironica.

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Nuova collezione Luis Vuitton

Altro esempio è la collaborazione con Yayoi Kusama, artista giapponese famosa per i suoi puah infiniti, utilizzati per dare vita ad una collezione ipnotica che fondeva moda, pittura e performance.

Moda come espressione artistica del presente

Dopo tutto quello di cui abbiamo parlato oggi capirete bene che parlare di moda e arte significa parlare di una contaminazione e continua dove le passerelle si sono ormai trasformate in un vero e proprio museo in movimento con installazioni e opere d’arte che mettono i designer di fronte ad un nuovo concept, quello delle esperienze multisensoriali.

I social hanno poi amplificato la portata visiva delle creazioni e sono riusciti ad aiutare questa contaminazione portando le due discipline a dialogare tra di loro in maniera costante, reinterpretandosi a vicenda. Ogni collezione si trasforma in un racconto visivo che parla non soltanto di bellezza ed estetica, ma anche di società, cultura ed identità.

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