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La musica contro il silenzio

La musica contro il silenzio è un movimento culturale partito dall’idea di un gruppo di cantanti italiani che hanno organizzato eventi e concerti contro il genocidio in Palestina. Da una piccola idea è nato un movimento culturale che ha attraversato tutta Europa, per non restare in silenzio davanti al dolore.
La musica contro il silenzio: la nascita del movimento
Quello portato in piazza da questi ragazzi non è un concerto, ma un movimento, un atto di resistenza. Questa musica nasce per contrastare il silenzio, senza urlare né mettere a soqquadro le piazze, ma facendo vibrare i cuori e le coscienze di ascolta.

La musica contro il silenzio
Si tratta di una mobilitazione senza precedenti, partita dal basso e arrivata in tutta Europa. Il mondo della musica si è unito contro l’apertheid e il genocidio in Palestina. Sono coinvolti teatri lirici, orchestre sinfoniche e cori.
“Basta stare in silenzio! Per la prima volta suoneremo e canteremo tutti insieme, per unirci finalmente alle voci che già da tempo hanno intrapreso questa lotta in solidarietà al popolo palestinese”.
A raccontare per prime il progetto al mondo sono due musiciste, Elisabetta Paolini e Carlotta Libonati, e il tenore del Coro dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma.
“In un mondo che premia la produttività come valore supremo, il nostro mestiere è spesso considerato inutile. Questa manifestazione dimostra invece il grandissimo valore sociale e comunitario della musica, capace di unire e dare voce ai popoli”.
Gli eventi di Giugno 2025
A Giugno La musica contro il silenzio ha attraversato l’Italia da nord a sud, scendendo nelle piazze di 26 diverse città, esprimendo il loro dissenso al genocidio che si sta volgendo in Palestina. “Un massacro contro l’umanità provocato dalla politica criminale del governo israeliano”.
Da nord a sud l’Italia non è rimasta in silenzio a guardare: Firenze, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Cagliari, Roma, Napoli, Bergamo, Bolzano, Bari, Trento, Como, Pisa, Alghero, Milano, Salerno, Pesaro, Forlì, Varese, Brescia, Cuneo, Massa, Padova, Aosta, Polignano a Mare. Queste le 26 città che sono scese in piazza insieme al movimento culturale La musica contro il silenzio, nel mese di giugno 2025.
La musica contro il silenzio: Manifestazione 28 settembre a Roma
A luglio il movimento ha superato il confine, con un appello lanciato dai musicisti a livello europeo e accolto da diversi paesi, come Svizzera, Germania, Austria, Svezia, Grecia, Scozia, ecc.

La musica contro il silenzio
Dopo aver toccato diversi paesi europei l’Italia si è riunita ancora una volta, a livello nazionale, a Roma, per il più grande evento organizzato dal movimento.
Durante l’evento si sono riuniti musicisti, cantanti e appassionati di tutta Italia. La scaletta è iniziata alle ore 16, con i suoni creati dalle percussioni, a imitare il suono delle bombe. A seguire la marcia funebre di F. Schubert, il Requiem di Mozart, l’Inno alla Gioia di Beethoven e Bella Ciao. Insieme anche un intervento di musicisti palestinesi, un paio di interventi parlati e la lettura di alcune poesie.
Le poesie
Come dicevamo, non solo musica in piazza, ma anche interventi parlati e poesie, come La Notte di Gaza, scritta da Hiba Abu Nad:
“La notte di Gaza è buia
A parte il bagliore dei razzi, silenziosa
A parte il fragore delle bombe, terrificante
A parte il conforto della preghiera, nera
A parte la luce dei martiri”.
O come A Gaza c’è il Mare, di I Giorni Cantanti:
“Giocano insieme
Piccoli amici
A cui basta poco
Per essere felici.
A piedi nudi
Sporchi di terra
Senza capire
Perché c’è la guerra”.
Uniti per far vivere la musica palestinese
Durante l’evento di Roma del 28 settembre è stata organizzata anche una raccolta fondi, per continuare a far vivere la musica palestinese, in particolare quella dei musicisti con i quali l’organizzazione è in contatto: Fouad, Ahmed e Samih.
Fouad ha visto lo studio che aveva fondato a Gaza ridotto in macerie, ma la sua musica non si è fermata. Ahmed canta sui social con il sottofondo della guerra. Samih è uno dei musicisti più promettenti del suo paese a 17 anni. Tutti e tre vivono nella Striscia di Gaza. Tutti e tre chiedono solo di poter continuare a suonare e a fare ciò che più amano.