Cinema
La vita va così: la storia di Ovidio Marras
La vita va così è il film che racconta la vera storia accaduta al pastore sardo Ovidio Marras. Un uomo forte e orgoglioso, protegge i suoi ideali in una vicenda antica, ma alquanto attuale. Ad interpretarlo il pastore terralbese Ignazio Loi, un uomo di 84 anni, autodidatta, dalla profonda passione per la nostra bellissima “limba”. Sì perché il sardo è una lingua, non un dialetto. Una delle frasi che ha detto durante un’intervista è stata “Non dovremmo mai pagare per stare a casa nostra”. Infatti Marras non cedette alle tentazioni delle speculazioni, nonostante tutti i soldi che gli venivano offerti.
La vita va così: la storia
Il film diretto da Riccardo Milani narra la storia del pastore Ovidio Marras. Lui ha impedito la costruzione di un resort di lusso sulla spiaggia di Capo Malfatano. Come? Non solo si è rifiutato di vendere il suo terreno, ma ha anche intentato una causa contro l’impresa edilizia. Il pastore di Teulada è conosciuto in tutta la Sardegna per il suo grande coraggio, ma soprattutto per la sua grande tempra morale.
Ovidio Marras è nato a Teulada nel 1930, pastore e allevatore da tutta una vita. Viveva tra i pascoli di Capo Malfatano, una delle aree dove la bellezza del litorale sardo dona il meglio di sé. La sua storia è diventata simbolo della battaglia contro la speculazione edilizia e della difesa del nostro bellissimo paesaggio.
Lui non era un attivista e nemmeno un personaggio costruito ad hoc dallo schermo come quelli che troviamo oggi. Era un uomo reale, un uomo di campagna, che quando si vide offrire milioni per la sua terra disse “la terra non si vende”.
Quando è iniziato tutto?
Accadde negli anni 2000, con la società Sitas che decise di costruire un resort di lusso in Sardegna. La costruzione doveva avvenire proprio a pochi metri dal mare, tra Tuerredda e Capo Malfatano. In quelle zone, nelle campagne, si trovavano i pascoli di famiglia e l’ovile di Ovidio Marras. Lui si oppose con tutte le sue forze alla vendita e al progetto di costruzione.
Secondo le cronache dei giornali dell’epoca, Marras rifiutò cifre altissime, addirittura milionarie. Inoltre intraprese un contenzioso a causa di un tracciato usato per il pascolo, che era stato deviato in funzione dei lavori. Questa causa venne trascinata per anni e divenne un caso nazionale. Grazie al sostegno dell’associazione Italia Nostra, Marras ottenne la sospensione dei lavori e anche la revisione dei piani edilizi. Nelle tv e nelle testate giornalistiche questo caso fu soprannominato “la battaglia contro il cemento”.
Così prende vita “La vita va così”
Ovviamente nel film i nomi cambiano, ma i riferimenti a questa storia sono palesi. Ovidio Marras è morto il 6 gennaio 2024 alla veneranda età di 83 anni, nella sua dimora a Teulada. Durante gli ultimi anni di vita era rimasto a vivere tra i suoi campi, ma riducendo l’attività di pastore. Quando hanno saputo della sua morte, ad Orgosolo gli hanno dedicato un bellissimo murale che ritrae Marras accanto alla bandiera dei Quattro Mori, simbolo sardo.
La bellissima e forte storia di un uomo che ha deciso di non cedere. La nostra isola vive da tantissimi anni il conflitto tra sviluppo del turismo e la tutela del territorio. Soprattutto negli ultimi tempi, la lotta contro la speculazione edilizia ed energetica si è riaccesa a ritmo di “Procurade ‘e moderare”. Il nostro inno rivoluzionario, cantato dalla bravissima Maria Carta nel 1985. L’inno di tutte le nostre battaglie per proteggere la Sardegna e i suoi abitanti.
La vita di Ovidio Marras resta un punto di riferimento per tutti quelli che lottano contro la speculazione ogni giorno. Grazie alla sua lotta, tutta la nazione ha avuto modo di conoscere il vero carattere del popolo sardo. Un intero modo di intendere e vivere la Sardegna che non tutti conoscevano.


