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Shonen e psicologia: l’evoluzione del linguaggio anime

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shonen e linguaggio anime

Spoiler: oggi vi parlo di anime e dello stile shonen, ma ho imparato a conoscere questo mondo solo da poco. Da bambina ho visto pochissimo di questo genere e nonostante sia una grande appassionata di storie di combattimento e poteri straordinari, non mi sono poi appassionata al punto da diventare quello che si suol dire una nerd di livello. Oggi però questo genere mi appassiona molto e mano mano mi sono accorta che ci sono delle sequenze animate dietro alle quali si nasconde un universo narrativo in continua evoluzione. Ecco perché ho deciso di scrivere questo articolo: per rilasciarvi la mia personale visione sull’evoluzione del linguaggio anime che secondo me è capace di parlare alla mente umana in maniera particolarmente diretta.

Lo Shonen: azione, crescita e amicizia

Partiamo subito col parlare del genere protagonista del nostro articolo di oggi. Lo shōnen, nasce come un genere anime indirizzato principalmente al pubblico maschile. Con il tempo è diventato il cuore pulsante dell’animazione giapponese.

Avete sicuramente visto Dragon Ball o Naruto almeno una volta nella vostra vita. I più esperti si saranno spinti oltre e si saranno appassionati a My Hero Academia. Ecco, qui abbiamo delle storie di crescita personale, dove i protagonisti vivono amicizie indissolubili e portano avanti sfide epiche e lotte tra il bene il male.

shonen dragon ball

All’origine degli anime c’è il genere Shonen e Dragon Ball

Si tratta di una narrazione che è un linguaggio diretto e particolarmente simbolico. Una narrazione carica di energia idealismo che piace a tutti, oggi anche alle giovani donne, che stanno acquisendo quello che viene definiti “il vocabolario dell’eroe”. Un vocabolario fatto di allenamenti senza fine, di sequenze in cui l’unico obiettivo è superare i propri limiti. Un modo di vivere che segue codici morali, semplici ma efficaci.

La svolta psicologica: introspezione e trauma

Ma cosa avviene nella mente umana quando si guardano questi prodotti shōnen? Il pubblico acquisisce la lezione e si sente parte del processo di maturazione dell’eroe. C’è un’immedesimazione positiva, che rende il ragazzo privo di coraggio un uomo ricco di potenzialità, aperto a risolversi i problemi da solo.

Con il tempo però la società è cambiata e con lei anche il linguaggio anime. Ecco quindi che dallo shōnen si passa a prodotti con sfumature più complesse. Un esempio? Secondo un mio caro amico, più esperto di me in questo campo, Neon Genesis Evangelion è stato un punto di svolta.

shonen e linguaggio anime

Il linguaggio anime è in continua evoluzione e qui vediamo perché.

Questa storia nasconde una riflessione profonda sull’identità, la depressione e l’alienazione (parole sue, non mie). Dopo che questo mecha-anime fece il suo ingresso nel panorama del settore, molti autori iniziarono ad esplorare nuove tematiche psicologiche per inserirle nelle loro storie.

Anime come Serial Experiments Lain, Monster, Ergo Proxy o Paranoia Agent – ad esempio – sfidano lo spettatore e lo fanno utilizzando un linguaggio denso, simbolico, a tratti frammentato. Un linguaggio capace di esprimere l’inquietudine dell’individuo contemporaneo.

Critica sociale e linguaggi ibridi dopo lo Shōnen

Il mondo anime ha poi subito un’ulteriore trasformazione tra il 2000 e il 2010. Dopo che dallo shōnen si era passati alla narrazione introspettiva, in quegli anni si vede che il linguaggio anime abbraccia una molteplicità di registri diversi.

Qui l’esempio più lampante è sicuramente Death Note, che combina azione, thriller e riflessione etica. Un anime che ha un linguaggio visivo particolarmente sofisticato, con una regia cinematografica degna di Hollywood. I temi trattati sono piuttosto pesanti e puntano a far riflette in ogni istante della visione.

shonen e nuovi anime

Death Note è uno degli anime più contemporanei di sempre.

Libero arbitrio, giustizia, controllo sociale, questi sono solo alcuni dei temi con cui lo spettatore deve fare i conti. All’interno di questi nuovi anime ci sono poi anche dei personaggi con un design tutto nuovo, particolarmente colorati, particolarmente intensi come intensa è l’emotività che dimostrano.

Un medium in continua evoluzione

Concludendo cosa vi volevo dire dunque? Che il linguaggio anime è un medium in continua evoluzione. Che io, da profana poichè neo appassionata del genere, sono molto legata al genere shōnen, ma amo questa capacità poliedrica di linguaggio che gli anime hanno.

Un medium che è intrattenimento e al tempo stesso laboratorio espressivo. Un genere che coinvolge tante cose diverse e cerca di essere costantemente contemporaneo. Dinamico e influente vale la pena valutarlo e fruirlo perchè ci coinvolge in una riflessione che spesso nemmeno più i libri o i film riescono a donarci.

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