Intelligenza Artificiale

Cosa non dire a un chatbot

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L’intelligenza artificiale sta diventando sempre più presente nelle nostre vite e chiacchierare tranquillamente con un assistente virtuale sembra ormai essere la normalità. Tuttavia, c’è sempre un po’ di paura dietro a questa tecnologia: e se condividessimo con loro qualcosa che rischia di compromettere la nostra privacy? Ecco cosa non dire a un chatbot.

Perché non bisogna condividere alcune informazioni con un chatbot?

L’intelligenza artificiale raccoglie le nostre informazioni quando parliamo con lui e le utilizza, non solo per fornirci la risposta più adeguata alle nostre domande, ma anche per apprendere e imparare.

Cosa non dire a un chatbot

Le conversazioni con gli utenti, infatti, vengono archiviate e utilizzate per addestrare le intelligenze artificiali a diventare sempre più efficienti e intelligenti.

Le AI hanno bisogno delle conversazioni per migliorarsi, ma nemmeno loro vogliono i nostri dati sensibili. Sfortunatamente, però, non sempre sono in grado di capire quando quelle informazioni non andrebbero raccolte e archiviate. E se succede, che un’intelligenza artificiale raccolga e archivia dati sensibili su un’utente, quegli stessi dati potrebbero finire nelle mani sbagliate, a seguito di cyberattacchi o per fughe di dati.

Bisogna, quindi, fare molto attenzione alle informazioni che condividiamo con un chatbot. Questi sono diventati sempre più intelligenti, empatici ed umani, da farci dimenticare che in realtà non c’è nessun essere umano dietro quello schermo.

“Vogliamo che i nostri modelli di intelligenza artificiale imparino a conoscere il mondo, non i privati, e minimizziamo attivamente la raccolta di informazioni personali” – Open AI.

Informazioni personali

La prima cosa da evitare di condividere con un chatbot sono le informazioni personali. Per informazioni personali si intende data di nascita, indirizzo, numero di telefono, i numeri della previdenza sociale, la patente di guida, la carta d’identità, il passaporto e altri documenti sensibili.

Le aziende madri delle intelligenze artificiali stanno lavorando per fare in modo che le AI riconoscano queste informazioni ed evitino di archiviarle. Tuttavia, è sempre bene evitare di riportarle.

Cosa non dire a un chatbot: informazioni mediche

Molto spesso gli utenti sono tentati di chiedere al chatbot informazioni relative al proprio stato di salute mentale e fisico. Tuttavia, è bene sapere che le AI non sono in grado di capire quando è il caso di proteggere i nostri dati sanitari.

Cosa non dire a un chatbot

Se, ad esempio, vogliamo caricare un referto medico e chiedere all’AI di interpretarcelo, sarebbe meglio se ritagliassimo la foto in modo da coprire i nostri dati e caricare solamente la parte con la diagnosi medica.

Informazioni finanziarie

Importantissimo è non condividere mai con un’intelligenza artificiale le nostre informazioni finanziarie. Dettagli come il numero del conto corrente o le informazioni sulla propria carta di credito sono informazioni molto sensibili ed estremamente rischiose da condividere.

Anche condividere cifre precise potrebbe essere rischioso. Ad esempio sarebbe meglio evitare di chiedere al chatbot come possiamo investire un’ingente somma di denaro.

Cosa non dire a un chatbot: login

Non dovremmo mai rivelare all’AI le informazioni d’accesso dei nostri account online, qualsiasi essi siano. Stiamo parlando di password, Pin e domande di sicurezza. Non dovremmo neanche chiedere loro di creare una password sicura.

Per fare tutto ciò esistono applicazioni e caveau digitali creati appositamente per contenere e mantenere al sicuro le nostre credenziali di accesso.

Informazioni aziendali

Infine, dobbiamo fare attenzione anche qualora utilizzassimo le intelligenze artificiale per scopi lavorativi. Nel parlare con il chatbot dobbiamo fare molta attenzione a non rivelare, inavvertitamente, informazioni e dati sensibili riguardanti i nostri clienti, i nostri fornitori o i partner.

Dobbiamo anche fare molta attenzione a non rivelare all’AI informazioni che non sono di dominio pubblico. Se, ad esempio, chiediamo aiuto all’intelligenza artificiale per la stesura di un’email di lavoro, dobbiamo stare attenti a non far trapelare informazioni che ancora non sono state rese pubbliche.

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