Politica
I reati contro gli animali diventano legge
I reati contro gli animali diventano legge, approvato finalmente anche al Senato il ddl 1308. In pratica cosa accade? L’approccio del Codice Penale verso i reati compiuti contro gli animali è cambiato. Il bene da tutelare sarà l’essere senziente in quanto tale, non più “il sentimento umano” per gli animali. Il relatore della nuova legge è Manfredi Potenti (Lega). In questo articolo vedremo nel dettaglio quali sono le novità introdotte con questa nuova legge.

La battaglia portata avanti dalla Brambilla è passata al Senato, ed è ora legge a tutti gli effetti.
I reati contro gli animali diventano legge: il ddl 1308
Un grande cambiamento quindi: gli animali non sono più visti solo come “sentimento umano” per gli stessi, ma come veri e propri esseri senzienti. Il relatore Manfredi Potenti, così dichiara:
“L’intenzione di dedicare il contesto degli articoli del titolo IX-bis direttamente agli animali, e non più al sentimento che l’uomo prova per gli animali. Di conseguenza, gli animali saranno direttamente portatori di diritti e saranno destinatari della tutela giuridica prestata dalle nostre norme”.
I principali temi che ritroviamo nel disegno di legge sono questi: spettacoli e maltrattamenti, addestramento, scommesse e combattimenti tra animali, uccisione e maltrattamento di animali, sequestro e confisca di animali oggetto di reato, uccisione e danneggiamento di animali altrui, maltrattamento animale, traffico di animali da compagnia (catena e identificazione), detenzione, cattura e uccisione di specie animali selvatiche protette.
Uccisione, cattura e detenzione di esemplari di specie animali selvatiche protette
Inasprimento delle sanzioni per chi cattura, detiene o uccide delle specie selvatiche protette. Si prevede l’arresto dai tre mesi ad un anno e l’ammenda fino a 8.000 euro in luogo dell’attuale previsione dell’arresto da uno a sei mesi e dell’ammenda fino a 4.000 euro.
Per chi devasta o deteriora l’habitat all’interno di un sito protetto si prevede l’arresto da tre mesi a due anni e l’ammenda non inferiore a 6.000 euro.
Spettacoli e maltrattamenti: cosa dice la legge
Verrà punito chiunque organizzi manifestazioni o spettacoli dove gli animali subiscano sevizie e maltrattamenti. Chi commette questo reato verrà punito con un inasprimento della pena pecuniaria che sarà determinata tra un minimo di 15.000 e un massimo di 30.000 euro.
I reati contro gli animali diventano legge: pene più severe per chi li uccide
Inasprimento della pena anche per chi uccide gli animali, reclusione da sei mesi a tre anni e la multa da 5.000 a 30.000 euro. Se l’uccisione ha anche l’aggravante di maltrattamenti, ci sarà un’inasprimento della pena con l’arresto e reclusione da uno a quattro anni e della multa da 10.000 a 60.000 euro.
Per quanto riguarda il maltrattamento animale, c’è una variazione: un aumento della pena da sei mesi a due anni e non alternativamente (prima era dai tre ai 18 mesi), le multe rimangono invariate.
Uccisione o danneggiamento degli animali altrui
Questa legge l’abbiamo attesa tanto, era ora che chi facesse del male ai nostri amici animali venga punito in maniera adeguata. Nell’articolo 638 del Codice Penale, riformulato, si legge: punisce con la reclusione da uno a quattro anni chiunque, senza necessità, uccida o renda inservibili o comunque deteriori tre o più animali raccolti in gregge o in mandria.
Per quanto riguarda il sequestro e la confisca di animali oggetto di reato, anche qui ci sono state delle novità. Ecco cosa si legge nel nuovo articolo: l’affidamento di animali possa essere destinato alle associazioni o agli enti che ne facciano richiesta e siano individuati con decreto del Ministero della salute, adottato di concerto con il Ministero dell’interno. Gli animali possono essere altresì affidati a singole persone fisiche. Il decreto di affidamento definitivo costituisce titolo ai fini delle variazioni anagrafiche degli animali affidati. L’affidamento avviene previo versamento di una cauzione per ogni animale affidato.
Divieto di abbattimento o alienazione a terzi degli animali nel corso delle indagini o durante il dibattimento fino alla pronuncia della sentenza definitiva. Il divieto entra in vigore anche se non è stato ordinato il sequestro. Fatta salva la possibilità di affido definitivo, viene posto a carico dell’indagato o imputato proprietario il divieto di abbattimento di animali o la loro alienazione a terzi durante l’accertamento di reato.